Lo Stronzo
Un monologo imperdibile che lascia ogni uomo in sala a domandarsi “Quanto c’è di Luca in me?” e ogni donna a chiedersi “Quanti Luca ho incontrato nella vita?”
Un anniversario di matrimonio.
Una lite. Una reazione violenta.
Una porta che sembra definitivamente sbarrata.
“E’ la sera del decimo anniversario di matrimonio di Luca e Lilli e la coppia è pronta per andare a festeggiare. Una parola sbagliata… Una reazione violenta… Lei sbatte la porta e scappa. A nulla servono le imprecazioni prima e le preghiere poi, per farla tornare.
Luca non capisce, non si rende conto di quanta violenza mette da sempre nel suo rapporto quotidiano con Lilli.
Luca davanti a quella porta chiusa prova a capire, cerca una chiave che possa riaprire la sua relazione. ”
Un’enorme porta chiusa a simboleggiare tutte le porte, mentali, sociali, culturali o reali che separano talvolta maschile e femminile, troppo spesso generando violenza. Ma anche la porta che separa molti uomini dalla comprensione del proprio “maschile”.
Un monologo imperdibile ed emozionante. Un’interpretazione intensa e un ritmo che toglie il fiato.
STAMPA e COMMENTI
*L’impossibilità di valicare l’uscio diventa pretesto per la progressiva consapevolezza dei propri limiti di uomo e marito, la disperata solitudine che si trova a vivere è soprattutto occasione per una serie di flashback su famiglia e giovinezza. In sessanta minuti di crescente intensità prendono forma lontani fantasmi . Disagio passato ed inquietudine presente per il ritratto di una disperata solitudine destinata forse ad esplodere in modo drammatico e definitivo una volta abbattuta la porta-rifugio. | Roberto Canavesi – Teatroteatro.it
*Andrea Lupo ci ha fatto un dono meraviglioso. Raccontare senza giudizio e pregiudizio quanta violenza ci sia nell’uomo, in ognuno di noi, insita, inimmaginabile, insediata in parole, silenzi e atteggiamenti quotidiani, normali. (…) Uno spettacolo da togliere il fiato, con un testo dalla forza dirompente. Lacrime agli occhi e pensieri e parole che risuonano in testa e che nei prossimi giorni torneranno a bussare. | Simone Schinocca
*Lo stronzo non è un pazzo, non è un border line, non tossico, non violentato-violentatore. E’ un uomo normale e per questo ti coinvolge, questo stronzo ti è anche simpatico, poi ti accorgi che dall’altra parte, dalla parte di lei può esserci solo la fuga perché lo stronzo non lascia spazio se non a se stesso. Che un uomo, un artista si interroghi su questo tipo di normalità è un segno di grande intelligenza emotiva, oltre che drammaturgica | Marinella Manicardi