Santibriganti
Raptus di luna
Una commedia dell’altro mondo
Questi giovani c’hanno gl’occhi belli, ma la guardata è pallida .. sognano male, e quando sogni male la veglia è agitata. Falli salire su da te, che il mondo qui s’è fatto stretto.
Adesso parto. Giuro. Faccio la valigia e parto.
Torni?
Non so se torno. Niente volo low cost e neanche il cammino di Santiago. Si attaccherebbe troppa poca terra sotto i piedi e sento il culo pesante anche in cima all’Himalaya.
Sulla luna. La vedo sempre e non la tocco mai. Dicono ‘la musa dei poeti’ ma di poesia ci capisco poco, capisco quel che tocco. Voglio darle un bacio in fronte.
Quant’è pallida.
E la insozzo. La dipingo con le bombolette spray, perché qui i muri sono già pieni, e poi le chiedo se da lì vede il domani. Perché da qui sotto, non vediamo niente, anche il presente ha gli occhi della nebbia.
Né una convinzione/un’illusione di certezza su cui posarlo il culo.
Torna però, che abbiamo il debutto. Si ride di tante lacrime e si piange di risate. Torni vero?
Non lo so. Forse no. Nel dubbio non aspettarmi per cena.
Le attrici
Rapiti dalla Luna: è un viaggio vitale visto con l’occhio della commedia, della satira.
Un gioco scenico frontale, un volo insolente e surreale a cavallo del tempo e di un incanto di libertà.
La terra da lassù la tieni tra le dita e, da lontano, la capisci meglio.
Immaginiamo il balzo verso la luna come una successione di salti, disarcionati da un’orbita all’altra: le orbite che separano le tre giovani naviganti nel solco di luce verso il satellite.
Sono le tappe in cui si incontrano le soglie del proprio essere, lo stupore del distacco e l’apparizione della terra sospesa nel nulla, e dei suoi umani, anche nei tratti più volgari.
Il linguaggio, ora crudo e a muso duro, ora con la sospensione della poesia, ora con azioni e suoni stranianti, altre volte attraverso protesi burattinesche, è tenerezza e furore.
E’ una giostra, uno spettacolo pop, comico e inquieto, che vive nel contemporaneo delle stesse interpreti, in un presente che sembra non costruire narrazione, facendolo piuttosto in un continuo ‘sottosopra’, per accumulo di immagini e di storie di noi dentro quello spazio del tempo che si assottiglia.
Le risate muoiono spesso tra i denti, in molteplici soluzioni teatrali e nel piacere del gioco, che è cosa seria assai.
Il viaggio, è la ricerca di una follia, l’unico senno che le possa salvare.
Infine, l’incontro con le Tre Lune, il divino – sculture-maschera intagliate da materiali dell’oggi, rifiuti indifferenziati riciclati – e con la Quarta Luna, i giovani stessi, giunti forse ad un unico approdo possibile.
I personaggi trascolorano nelle persone, sono proprio loro! Tratti di maschera di una generazione e di un tempo presente.
Durata 85 min. circa
Ringrazio le attrici, brave e appassionate, da cui ho rubato ‘sul campo – per l’ideazione e la scrittura – le urgenze, il sarcasmo, le svogliatezze e la loro voglia di vivere.
Ringraziamo, tutti, Santibriganti Teatro per il sostegno e coloro che hanno dato il loro contributo attraverso la campagna di crowdfunding per la produzione.
Ringraziamo ancora la generosità dei collaboratori che hanno dato vita alle preziose opere della scena.
Mauro Piombo